Negli ultimi anni, la sostenibilità energetica è diventata un tema centrale nel settore edilizio.
In quest’ottica, l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) rappresenta uno strumento fondamentale, non solo per orientare le scelte di chi acquista o affitta un immobile, ma anche per incentivare interventi di riqualificazione energetica. Spesso percepito come un mero obbligo burocratico, in realtà l’APE ha implicazioni profonde sull’economia familiare, sul valore immobiliare e sull’ambiente.
In questo articolo approfondiamo cosa significa certificare un edificio dal punto di vista energetico, quando è obbligatorio farlo, quali parametri vengono analizzati, chi può redigere un APE e quali sono i benefici concreti per cittadini, tecnici e imprese.
Cos’è l’Attestato di Prestazione Energetica (APE)
L’APE è un documento ufficiale che descrive le caratteristiche energetiche di un edificio, attribuendogli una classe di efficienza su una scala che va da A4 (la migliore) a G (la peggiore). L’obiettivo principale è informare i proprietari, gli inquilini e i potenziali acquirenti sui consumi energetici di un immobile, promuovendo la trasparenza nel mercato immobiliare.
Introdotto con il D.L. 63/2013 e aggiornato con il D.M. 26 giugno 2015, l’APE ha sostituito il precedente ACE (Attestato di Certificazione Energetica), semplificando il formato e armonizzando i criteri di valutazione su tutto il territorio nazionale. Oggi l’APE è obbligatorio in molte situazioni e ha un ruolo sempre più centrale nelle politiche di sostenibilità ambientale.
A cosa serve davvero l’APE
La funzione principale dell’APE è comunicativa: consente a chi sta valutando l’acquisto, l’affitto o la ristrutturazione di un immobile di avere un’idea chiara delle sue prestazioni energetiche. Tuttavia, il certificato è anche uno strumento di incentivo alla riqualificazione, poiché suggerisce interventi migliorativi con stime di costi e benefici.
Inoltre, l’APE è uno strumento che favorisce la riduzione delle emissioni di CO₂ e il contenimento dei consumi energetici, contribuendo agli obiettivi europei di neutralità climatica. Per le pubbliche amministrazioni e le imprese, può rappresentare anche un requisito per l’accesso a bandi e incentivi.
Quando è obbligatorio l’APE
L’APE è richiesto in una serie di circostanze specifiche. Vediamo le principali:
In caso di compravendita di un immobile: il proprietario deve consegnare al nuovo acquirente l’APE, che deve essere allegato all’atto notarile.
In caso di locazione: il locatore deve fornire l’APE al nuovo inquilino, allegandolo al contratto di affitto.
In caso di nuove costruzioni: l’APE è parte della documentazione necessaria per ottenere il certificato di agibilità.
In caso di ristrutturazioni importanti: quando si interviene su più del 25% della superficie disperdente dell’edificio.
Per gli annunci immobiliari: è obbligatorio indicare la classe energetica dell’immobile in vendita o in affitto.
In caso di edifici pubblici con superficie superiore a 250 m²: l’APE deve essere esposto all’ingresso.
In presenza di interventi edilizi agevolati con bonus fiscali: in molti casi è necessario allegare l’APE prima e dopo l’intervento per dimostrare il miglioramento energetico.
Chi può redigere un APE
Il certificatore energetico è un tecnico abilitato e qualificato, iscritto a un ordine professionale (ingegnere, architetto, geometra, perito industriale, ecc.) e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa. In particolare, deve aver seguito un percorso formativo specifico riconosciuto a livello regionale o nazionale.
Il certificatore deve essere terzo e imparziale, non deve avere legami diretti con chi ha commissionato lavori sull’edificio da certificare, né con chi ha progettato o realizzato gli impianti. L’APE, infatti, deve rispecchiare la reale prestazione dell’edificio, senza pressioni commerciali.
Come si ottiene l’APE: il processo passo passo
Il processo di redazione dell’APE segue una serie di passaggi ben definiti. Di seguito, un riepilogo delle fasi principali:
Sopralluogo obbligatorio: il tecnico certificatore effettua un’ispezione in loco per verificare le caratteristiche dell’immobile, misurare superfici, analizzare l’involucro edilizio, gli infissi e gli impianti.
Raccolta dati: vengono acquisiti documenti come planimetrie, visure catastali, libretto d’impianto, relazioni tecniche, eventuali fotografie e dettagli costruttivi.
Calcolo delle prestazioni: utilizzando software riconosciuti, il tecnico inserisce i dati e determina gli indici energetici secondo le norme UNI/TS 11300. Vengono analizzati aspetti come la trasmittanza termica delle pareti, il rendimento degli impianti di climatizzazione, la ventilazione e la produzione di acqua calda sanitaria.
Attribuzione della classe energetica: in base all’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile, viene assegnata una classe da A4 a G.
Redazione e registrazione dell’APE: il certificato viene completato, firmato digitalmente e trasmesso al catasto energetico regionale, dove ottiene un codice identificativo univoco.
Consegna al cliente: il documento finale, in formato PDF, viene fornito al proprietario e potrà essere allegato a rogiti, contratti o domande di incentivo.
L’APE ha validità 10 anni, ma decade in caso di interventi edilizi rilevanti che modifichino le prestazioni energetiche dell’edificio o in caso di cambio degli impianti principali.
Le classi energetiche: cosa significano e come si leggono
Le classi energetiche sono nove: A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G. Ogni classe rappresenta un livello di prestazione energetica, calcolato in base al consumo annuo di energia primaria non rinnovabile per metro quadrato di superficie utile riscaldata.
Le classi più alte indicano edifici ben isolati, con impianti efficienti e magari dotati di fonti rinnovabili. Le classi più basse, invece, indicano costruzioni energivore, spesso vecchie, con dispersioni termiche e impianti obsoleti.
Un edificio in classe G può consumare anche sei o sette volte di più rispetto a un edificio in classe A4. Questo si traduce in costi più alti in bolletta, maggiore inquinamento e valore immobiliare ridotto.
Ecco un esempio pratico: una casa in classe F consuma circa 150-160 kWh/m² l’anno, mentre una casa in classe A4 ne consuma meno di 30. Se un appartamento di 100 m² consuma 15.000 kWh l’anno in classe F, passare a una classe A può significare un risparmio di oltre il 75%.
L’APE e la Direttiva Europea “Case Green”
Nel 2024 l’Unione Europea ha approvato la nuova direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, conosciuta come Direttiva “Case Green”. Tra gli obiettivi: ridurre le emissioni del parco immobiliare europeo, che oggi è responsabile del 36% delle emissioni climalteranti e del 40% dei consumi energetici totali.
La direttiva prevede che tutti gli edifici residenziali raggiungano almeno la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033, salvo eccezioni. Per gli edifici pubblici e non residenziali, gli obblighi sono ancora più stringenti.
In questo contesto, l’APE assume un ruolo ancora più strategico: non è solo un documento da esibire, ma una bussola per orientare investimenti e interventi. È anche probabile che l’APE venga aggiornato nei criteri di calcolo e contenuti, con l’introduzione di nuovi indicatori e un’armonizzazione più stretta tra i Paesi europei.
Differenza tra APE e Diagnosi Energetica
Spesso si fa confusione tra APE e diagnosi energetica, ma si tratta di due strumenti diversi. L’APE è un documento sintetico, standardizzato, pensato per comunicare in modo semplice la prestazione energetica. La diagnosi, invece, è un’analisi molto più approfondita e personalizzata, che parte dai consumi reali e propone scenari di intervento con costi, tempi di ritorno e simulazioni dinamiche.
In sostanza, l’APE dice “quanto consuma”, la diagnosi dice “come migliorare”.
Per questo motivo, nei contesti industriali o nelle grandi ristrutturazioni, la diagnosi energetica è spesso preferibile all’APE per la pianificazione degli interventi.
Quanto costa un APE
Il costo per ottenere un APE può variare in base a diversi fattori: la dimensione dell’immobile, la sua complessità, la disponibilità di documentazione tecnica e la regione di riferimento.
In media, per un appartamento di dimensioni standard, il costo si aggira tra i 100 e i 200 euro. Per edifici più grandi, commerciali o complessi, la cifra può salire. È importante affidarsi sempre a un tecnico qualificato e accreditato.
In alcune regioni italiane, esistono anche incentivi o sconti per la redazione dell’APE in occasione di lavori di riqualificazione energetica.
Perché l’APE è un’opportunità per i professionisti tecnici
Per geometri, architetti, ingegneri e periti industriali, la certificazione energetica rappresenta un’opportunità professionale concreta. Il numero di immobili da certificare è in costante crescita, così come la domanda di interventi migliorativi legati agli obiettivi europei.
Diventare certificatore energetico significa acquisire competenze aggiornate, offrire un servizio molto richiesto sul mercato e contribuire concretamente alla transizione energetica del Paese.
Molti enti di formazione offrono corsi abilitanti per diventare certificatori, conformi alle direttive nazionali e riconosciuti dalle Regioni. In particolare, il corso di 80 ore previsto dal D.P.R. 75/2013 è il riferimento obbligato per poter accedere all’elenco nazionale dei certificatori.
Conclusione
L’APE non è solo un foglio da allegare a un atto notarile: è uno strumento che parla di futuro, di consapevolezza energetica, di risparmio, di sostenibilità. Oggi più che mai, in un’epoca in cui le bollette pesano sempre di più e l’ambiente chiede risposte urgenti, certificare un immobile significa agire responsabilmente.
Che tu sia un proprietario, un inquilino, un acquirente o un professionista, conoscere l’APE e saperlo leggere è un passo fondamentale per prendere decisioni migliori.
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